Steli di granoturco (Speciale 1° novembre)
Via Trento, campi di granoturco sono stati lasciati a maggese dopo la raccolta. Puoi ancora intravedere i filari, lascito degli steli tranciati.
A Ovest gli alberi precedono le colline all’orizzonte.
Nelle profondità di questi campi giacciono migliaia di morti del dopoguerra.
Seppelliti l’uno accanto e al di sotto dell’altro, così vicini eppure così isolati, negli ultimi ottant’anni hanno ammassato tutta la rabbia che la solitudine potesse donare, mentre l’odio che avevano seminato è maturato. Ed è pronto per essere colto.
Spero tu rimanga qui a vedere il tramonto su via Trento, ti assicuro valerne la pena. Non avresti comunque tempo per andare abbastanza lontano.
Hanno iniziato a scavare, la rabbia li ha resi implacabili.
Poco dopo il crepuscolo svariate zolle iniziano a collassare su tutto il podere e i primi maledetti escono dal terreno. Una volta in piedi, corrono più veloci della disperazione, in cerca di una insaziabile quanto ingiustificata vendetta.
Le gambe si fanno pesanti, ridotte a blocchi di calce dalla fatica. Ma loro non sanno cosa sia. Mentre stai a terra, non hai il tempo di capire quel che ti dicono gli occhi quando unghie affilate ti aprono il ventre; schizzi scarlatti ti lasciano intravedere le viscere mozzate.
Nel loro volto, nemmeno una sadica smorfia. Solamente rancore e uno sguardo d’un grigio vitreo.
Il fiato per urlare è ormai finito. Finalmente ti hanno abbandonato, alla ricerca di chiunque altro.
Non ti rimane che un ultimo, doloroso respiro mentre le nubi notturne capeggiano in cima alle colline e la luna, per quanto coperta, non finisce di brillare, in attesa dell’alba.
Colonna sonora
Crawling eye di Misfits